Attraverso la Pastorale dei migranti, la Congregazione delle Suore Missionarie di S. Carlo Borromeo – Scalabriniane si dimostra impegnata nella formazione di una società più umana, fraterna, giusta e solidale, secondo i principi del Vangelo e i diritti fondamentali della persona, in questo caso dei migranti.
Promuove l’educazione di base, rivitalizza e intensifica attività fondamentali di servizio sociale in aree di migrazione. Crea inoltre programmi per preparare “operatori di trasformazione”, capaci di agire contro le ingiustizie e contro le discriminazioni, di cui è spesso vittima il migrante, per offrirgli un clima più umano e fraterno.
Fedele alla sua missione, la Congregazione MSCS si rivela sensibile alla problematica sociale, soprattutto a quella derivante dal fenomeno delle migrazioni e si sforza di ampliare e di coordinare l’impegno comune, affinché i migranti possano condurre una vita più degna.
“La Congregazione assume l’educazione cristiana come mezzo fondamentale per attuare l’apostolato specifico, in quanto essa rende possibile la crescita, in tutte le dimensioni, dell’essere umano, rendendolo capace di dare una risposta cosciente e libera, da figlio di Dio, al progetto del Padre su di sé e sul mondo” (Cfr. Cost. n. 131)
La Congregazione Scalabriniana assume così l’educazione cristiana come forma privilegiata di promozione del “nuovo”, soprattutto in quanti si trovano nel periodo formativo. Le scuole delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo – Scalabriniane, nei diversi contesti e paesi, hanno come principale obiettivo la costruzione di una società più umana, accogliente, solidale e fraterna, che trasmetta la cultura, ma soprattutto che educhi alla vita. Così i valori della tolleranza, dell’accettazione delle differenze e dell’amicizia permeano le relazioni tra i membri della comunità educativa.
L’integrazione delle scuole nella rete “Educazione Scalabriniana Integrata”(ESI) ha dato la possibilità di concretizzare l’educazione in una linearità scalabriniana, dando particolare enfasi al grande sogno di Mons. Scalabrini, di Padre Giuseppe e Madre Assunta Marchetti, i quali intravidero nell’educazione una delle maggiori possibilità di promozione umana e di sviluppo della cultura, nonché della comprensione di sè stessi e dell’altro.
I contenuti del curriculum scolastico sono ricchi di elementi che guidano l’educando all’amore verso Dio e verso il prossimo. Quest’ultimo nell’ottica scalabriniana è il migrante più bisognoso, ossia qualcuno che si incontra lungo il cammino e che richiama alla gioia della convivenza, della condivisione dei doni, della cultura e della vita.
La grande sfida posta agli educatori scalabriniani è quella di dinamizzare nell’unità la vera accoglienza, quella che promuove la serena convivenza tra gli educatori, entusiasmandoli a incontrare gli altri, anche se diversi nelle loro manifestazioni etniche, culturali, sociali, religiose ed economiche. Tutto ciò presuppone il dare spazio all’altro, camminando fianco a fianco, sviluppando la cultura della pace, della tolleranza, apprendendo le regole della buona convivenza, armonizzando le differenze in un processo di vera libertà.
L’educazione scalabriniana è un grande laboratorio di convivenza fraterna, di costruzione della conoscenza e di elaborazione di pensieri: è un grido di speranza in un mondo più umano, armonico, amico e quindi con maggiore capacità di portare l’essere umano alla sua meta finale:
“Affinché tutti siano una cosa sola come noi” (Gv 17,11) “poiché non siete più stranieri né migranti, ma siete concittadini dei Santi e familiari di Dio”. (Ef 2, 19).
“[…] I nuovi bisogni dei popoli esigono nuove cure e sollecitudini senza fine per trasfondere lo spirito cristiano nei fanciulli, fortificarne nel bene la volontà, illuminarne e volgere a rettitudine la coscienza, nobilitarne i sentimenti, formare, secondo la mirabile espressione dell’Apostolo, Gesù Cristo nelle anime loro”[…] (Scalabrini, Lettera Pastorale al clero e al popolo di Piacenza sull’insegnamento del Catechismo, 23.4.1876).
Nel compimento del mandato missionario di Gesù Cristo, “Andate e insegnate” e dell’ideale di Scalabrini di fare della catechesi le fondamenta di tutta l’azione apostolica, le Suore privilegiano la catechesi nel servizio ai migranti, rispettando i loro valori culturali e religiosi e aiutandoli a comprendere nel piano della fede, la loro situazione di popolo in cammino, in modo che possano dare la loro risposta personale al piano di Dio (Costituzione n. 129).
La prima sfida della vocazione missionaria scalabriniana, radicata nel Battesimo e nel Carisma, è il riconoscimento della chiamata a testimoniare l’amore con cui il Padre ama i migranti.
L’evangelizzazione è sempre un impegno prioritario nell’azione missionaria delle Suore MSCS, indipendentemente dalle realtà in cui sono inserite, l’importante è essere dove il migrante vive, lavora, soffre, prega, costruendo con lui la storia della salvezza, continuando a proporre programmi di sensibilizzazione, affinché tutta la Chiesa, dalle piccole comunità alla gerarchia, assuma la missione tra i migranti e i rifugiati e infine organizzando percorsi operativi in grado di incidere sia nel contesto ecclesiale che in quello più ampio educativo-culturale o sociale.
Lasciandosi evangelizzare dalla presenza feconda dei migranti e dalla condivisione con loro della condizione di “migrante”, le Suore MSCS, nella loro azione pastorale, si impegnano ad armonizzare l’interculturalità, il cammino ecumenico, il dialogo interreligioso, l’educazione permanente alla fede con una catechesi appropriata e adattata alle esigenze della realtà migratoria.
“La Congregazione assume la pastorale sanitaria come un’importante forma per realizzare la sua missione nell’assistenza al migrante. Adotta come principio di azione la cura del malato, ad esempio di Gesù Cristo che, ovunque passava, curava le infermità in vista dell’annuncio del Regno” (Costituzione n. 135).
Per questo ogni atto di assistenza agli infermi, utilizzando le terapie mediche tradizionali o quelle di medicina preventiva o alternativa, in strutture sanitarie di avanguardia, in posti di salute istituzionali, nell’assistenza domiciliare, nell’animazione della pastorale della salute, nei servizi di salute pubblica o negli ambulatori di base, attivati dal servizio sociale in aree di migrazione, la Suora MSCS è attenta alla cura integrale della persona, per restituirle l’armonia dell’equilibrio interiore, il gusto per la vita, la gioia dell’amore e della comunione. Il beato Scalabrini diceva:
“Aver cura dei fanciulli e degli infermi, ecco i due mezzi per guadagnar tutto a Dio” (Scalabrini, Lettera a Mons. P. Morganti, 1902).
La nostra vocazione per i migranti
Nell’azione pastorale riconosciamo il migrante come soggetto della propria storia, protagonista del suo cammino di fede, promotore di unità tra i popoli, evangelizzatore e costruttore provvidenziale di una nuova società (Costituzione n. 124).
Le Suore MSCS, nella loro missionarietà, si caratterizzano, specialmente, per l’accoglienza, l’itineranza, l’umiltà, la compassione, la comunione nella diversità, la speranza e la fiducia nella Provvidenza di Dio, stando accanto e difendendo quanti sono maggiormente sprovvisti di protezione; con la testimonianza annunciano il Dio della vita e si impegnano nella costruzione di un mondo più umano, più solidale e più fraterno.
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