Anno di fondazione
Comunità nel mondo
Migranti aiutati ogni giorno
Albania
L’Albania è dagli anni ’90 uno dei paesi europei più coinvolto dalla migrazione. Con la fine del regime Enverista l’arretratezza delle condizioni economiche del paese, le ricorrenti crisi politiche e sociali e la prossimità di paesi membri dell’UE hanno alimentato un flusso migratorio imponente: secondo il dipartimento albanese per l’emigrazione circa mezzo milione di albanesi, equivalenti al 15% della popolazione, è emigrata nel periodo tra il 1990 e il 1997.
Negli anni successivi, la portata dei flussi non si è significativamente ridotta. Le destinazioni principali dell’emigrazione albanese sono state la Grecia e l’Italia, dove gli albanesi sono rispettivamente la prima e la seconda comunità immigrata, mentre nella seconda metà degli anni novanta ha acquistato rilievo l’emigrazione verso Canada e Stati Uniti. Il fenomeno migratorio ha ripercussioni su tutti gli aspetti della vita economica e sociale albanese: la composizione socio-demografica dei flussi descrive un emigrante giovane e ad alta scolarizzazione (40% dei docenti e dei ricercatori di università e altre istituzioni scientifiche) e quindi con la perdita di risorse umane fondamentali per lo sviluppo del paese.
Ma l’Albania è pure diventata una terra di transito per migranti che dalla Grecia vogliono raggiungere la Macedonia; per quelli che dalle coste albanesi o greche via mare arrivano sulle coste italiane; e per quelli che partendo dalla Turchia vogliono arrivare in Germania. Terre di confine che in questi anni non si possono abbandonare, soprattutto davanti a situazioni di precarietà per fughe di massa da paesi in grandi conflitti da cui si fugge per la guerra e l’instabilità economica.
Francia
La Francia è stato il paese europeo che ha ricevuto per primo il maggior numero di immigrati. Diverse sono le provenienze, le più numerose: Algeria, Tunisia e Marocco, dalle ex colonie dell’Africa Nera e dal Sud-Est Asiatico. Riguardo alla loro integrazione e condizioni di vita permangono numerosi problemi tra cui: pregiudizi e indifferenza. Nel 1972, per far fronte a questo, è stata promulgata una legge che impedirebbe manifestazioni di razzismo.
Ufficialmente gli immigrati stranieri residenti nelle regioni francesi sono 4.5 milioni. Anche le richieste d’asilo in Francia sono aumentate negli ultimi anni. La Francia è uno stato che prevede il cosiddetto ius soli (ossia la cittadinanza a chi nasce sul suolo del proprio territorio nazionale) e quindi tende ad avere numeri minori, rispetto a chi ha leggi sulla cittadinanza più severe.
Anche se la Francia ha un’incidenza della popolazione straniera relativamente bassa (6,6%), visto che molti figli di immigrati hanno la cittadinanza francese, resta un paese di alto interesse per la nostra presenza Scalabriniana. Siamo presenti e attive in un territorio segnato da povertà e fortissima presenza migratoria, a sostegno in particolare delle donne e dei bambini per un’azione di promozione e sviluppo. Attente al dialogo interculturale e interreligioso.
Germania
La Germania, nel sistema di accoglienza ai migranti, si può considerare un modello. E’ la seconda destinazione a livello mondiale per le migrazioni, subito dopo gli Stati Uniti, che ha saputo dimostrare sensibilità verso rifugiati e profughi, richiedenti asilo o protezione temporanea; nonostante la presenza di movimenti xenofobi la Germania è un paese aperto e inclusivo.
I residenti di origine straniera che vivono oggi in Germania sono 18,6 milioni, pari a oltre un quinto della popolazione totale, con un aumento record dell’8,5% nel 2016 rispetto all’anno precedente. I cittadini stranieri residenti in Germania in ordine per nazionalità sono: i turchi, seguiti dai polacchi. Terzi i siriani, quarti gli italiani, seguono rumeni, greci, croati, bulgari, afghani, russi e iracheni.
L’immigrazione in Germania non riguarda solo i cittadini provenienti da paesi non facenti parte dell’Unione Europea; infatti dal 2016 ad oggi il numero di migranti provenienti dai paesi dell’Unione europea che hanno scelto di vivere in Germania è più che triplicato.In Germania vi è una significativa presenza di ingressi illegali, nel pieno della cosiddetta crisi dei rifugiati, fra questi, primi per paese d’origine sono stati i siriani, seguiti da afghani, iracheni ed eritrei. Le diocesi tedesche si mantengono positivamente aperte all’accoglienza deii migranti e alla Missio per l’azione pastorale con le comunità di altra madre lingua.
Italia
L’Italia è un paese che, anche per la sua posizione geografica, ha ricevuto negli ultimi anni grandi flussi migratori. L’emigrazione in Italia è di poco superiore ai 5 milioni di persone, a questi si aggiungono gli 1,2 milioni di cittadini rumeni e altri migranti dall’interno dell’UE. L’emigrazione oggi è femminile e proveniente spesso da paesi di tradizione culturale cristiana.
Il dato sulla popolazione straniera residente ci dà tuttavia un’immagine credibile e relativamente stabile. In Italia ci sono importanti segnali di stabilizzazione del fenomeno migratorio: acquisizioni di cittadinanza, ingressi per motivi familiari e permessi di soggiorno di lungo periodo sono in crescita. Al tempo stesso permane una componente mobile data soprattutto dai richiedenti asilo e non solo.
Un dato interessante evidenziato da Istat dice che per molti l’Italia rimane un paese di transito. Dei migranti giunti in Italia nel 2012, solo il 53% è ancora presente sul nostro territorio. L’incidenza della popolazione straniera sulla popolazione italiana totale è un dato in continua crescita, basti pensare che nel 1990 gli stranieri erano lo 0,8% della popolazione e oggi l’8,3%. Le donne costituiscono il 52,4% degli stranieri residenti in Italia.
Questo apre spazi infiniti di impegno e di attenzione al migrante più vulnerabile e questo viene fatto in modo capillare attraverso l’azione della rete dei Centri Migranti, come pure nell’animazione pastorale nelle Diocesi, nella presenza ai porti dove sbarcano i richiedenti asilo.
Portogallo
Il Portogallo da anni terra di emigrazione è anche un Paese ad alto tasso d’immigrazione. Le nazionalità più rappresentative ai primi tre posti risultano: brasiliana, ucraina e capoverdiana. Il Portogallo ha anche ricevuto un numero significativo di rifugiati definito dal Piano di ricollocamento della Commissione Europea.
L’azione pastorale e missionaria delle Suore MSCS in Portogallo, dall’inizio degli anni ’80, è accanto ai migranti più vulnerabili, provenienti dalle ex colonie portoghesi e con i pellegrini diretti a Fatima. A questa “missio” si è aggiunta ormai da 10 anni un’attenzione particolare al migrante ammalato e bisognoso di cura attraverso il “Progetto Speranza” nella comunità di Amora, sostenuto economicamente dalle Ambasciate dei paesi di provenienza dei migranti.
Spagna
Noi, Suore Missionarie di San Carlo Borromeo-Scalabriniane, iniziammo la nostra missione in Spagna il 23 settembre 2003. La responsabilità della fondazione di tale missione è stata, a suo tempo, affidata alla Provincia Cristo Re, con sede a Porto Alegre, RS, Brasile, e a questa Provincia è stata affiancata la Provincia San Giuseppe, Italia, come appoggio.
La nostra presenza apostolico-missionaria Scalabriniana in Spagna è situata nella diocesi di Siguenza – Guadalajara, lontano 50 Km. dalla capitale del paese. Guadalajara conta, oggi, 80.000 abitanti e di questi 7.266 sono immigrati regolarizzati, ossia immigrati con il permesso di soggiorno e di lavoro. Sono latino-americani, africani, soprattutto del Marocco, e dell’est europeo. Oltre agli immigrati in situazione regolare, Guadalajara accoglie pure molti immigrati iscritti, ma non ancora regolarizzati e altri non iscritti, un totale di 11mila – 14 mila migranti. Le proiezioni indicano che Guadalajara, fino al 2010, duplicherà la popolazione, in conseguenza dell’immigrazione.
Sr. Norma Kleinubing, la prima missionaria designata a questa missione, è stata nominata dal Vescovo della diocesi di Sequenza, Monsignor José Sánchez, direttrice della Delegazione Diocesana delle Migrazioni con il compito di occuparsi della pastorale migratoria, mettendo al primo posto gli aspetti spirituali e religioso-ecclesiali dei migranti. Il lavoro programmato avrà un’azione in rete che coinvolgerà la Chiesa e la popolazione migrante, con le seguenti priorità: coscientizzazione, formazione di operatori pastorali e azione pastorale e missionaria capillare di re-evangelizzazione tramite le parrocchie, tra la popolazione autoctona e gli immigrati.
Davanti a così grande sfida missionaria, ascolto, guardo e mi chiedo: “Cosa fare? Da dove cominciare perché la Chiesa riesca ad avvicinarsi di più ai migranti affinché questi trovino il cammino per vivere la loro fede e i loro valori nella Chiesa della terra straniera?”(Sr. Norma Kleinubing)
Siamo invitate a partecipare a questa missione con l’appoggio e la preghiera. Imploriamo il Padre, per mezzo di Gesù Cristo – Via, Verità e Vita – affinché illumini il cammino di sapienza, fortezza, scienza e dia amore instancabile alle missionarie invitate a questa missione così da poter essere espressione del Suo amore presso i figli immigrati.
Africa del Sud
L’Africa del Sud continua ad essere un paese che nel contesto dell’Africa sub-sahariana attrae un numero significativo di immigrati, rifugiati, richiedenti asilo e altri. La situazione di recessione economica che il paese affronta colloca il 35% della popolazione in situazione di vulnerabilità a causa della disoccupazione. Per gli immigrati trovare lavoro o mezzi di sostentamento è diventato un obiettivo quasi impossibile, oltre a essere vittime di atti estremi di xenofobia (violenza fisica e morte), accusati di essere la causa della difficile situazione socio-economica del paese.
Le suore MSCS sfidate dal contesto descritto a Johannesburg operano in servizi di assistenza pastorale specifica per immigrati e rifugiati nell’Arcidiocesi e nel centro di accoglienza della Congregazione, chiamato Bienvenu, che accoglie donne e bambini rifugiati e offre loro alloggio, supporto psicosociale, corsi di lingua inglese, corsi di formazione professionale, assistenza sanitaria, assistenza educativa per i figli, supporto giuridico per la regolarizzazione della loro situazione migratoria, cercando la loro integrazione nella società locale.
Angola
In Angola vive un gran numero di immigrati lavoratori arrivati da diversi continenti, un fenomeno che dura dal periodo del conflitto armato, ma che si è intensificato con l’arrivo della pace nel 2002. Oltre a questi, un gran numero di immigrati attraversano i confini dei paesi vicini clandestinamente. Gli angolani rimpatriati, dopo lunghi anni di esilio, rimangono impoveriti nelle zone rurali e periferiche delle grandi città.
Con l’aggravarsi della situazione politica e dei conflitti nella Repubblica Democratica del Congo, nel 2017 l’Angola ha ricevuto un numero elevato di rifugiati congolesi, i quali si sono collocati nelle province più sviluppate dell’Angola e richiedono assistenza sociale, legale ed economica.
Le Suore MSCS presenti in Angola operano a Luanda, coordinano la pastorale migratoria presso la Conferenza Episcopale e svolgono attività promozionali per le donne sfollate dalla guerra. Invece a Uíge, situata al nord del paese, operano presso la Commissione Diocesana per la Pastorale dei Migranti e presso la Caritas Diocesana.
Mozambico
Il Mozambico è caratterizzato da una instabilità politica che ha come conseguenza una instabilità economica e sociale, lasciando alcune popolazioni particolarmente vulnerabili. Si tratta di un paese di estrema mobilità umana, principalmente a causa dei cambiamenti climatici, delle migrazioni dalle campagne alle città e della mobilità transfrontaliera, in particolare per il Sud Africa.
Ma c’è anche una immigrazione principalmente dall’Africa orientale verso il Sudan e la Somalia, molti dei quali sono rifugiati e considerano il Mozambico come corridoio per l’Africa del Sud. I rifugiati sono accolti anche in campi, quale per esempio quello di Nampula, situato al nord del paese.
Le Suore MSCS, presenti nella frontiera di Ressano Garcia con l’Africa del Sud e nella capitale di Maputo, attuano nel coordinamento nazionale della Pastorale dei migranti e dei rifugiati della Conferenza Episcopale, nell’accoglienza dei rimpatriati mozambicani deportati dal Sudafrica, con azioni di protezione e di sensibilizzazione sui rischi che i migranti devono affrontare, quali lo sfruttamento del lavoro, lo sfruttamento sessuale e la tratta di persone. Particolare attenzione è rivolta ai bambini e alle donne migranti attraverso programmi di accompagnamento e di promozione umana con attività incentrate sull’educazione, sull’auto sostenibilità e sull’autostima.
Repubblica Democratica del Congo
La presenza del volto femminile del carisma scalabriniano in terra africana dopo Africa del Sud, Mozambico ed Angola, ha forma concreta anche in Congo, ed esattamente nella diocesi di Kisantu, nel Bas-Congo – RDC.
Nella diocesi di Kisantu, ci sono 6 campi rifugiati con circa 14 mila angolani, situati lungo la frontiera sud della diocesi, che confina con il nord dell’Angola. La nostra presenza, a sostegno della missione e dell’opera socio-educativa della Chiesa Locale, si sviluppa progressivamente come attenzione particolare a quelli aspetti che la gestione dell’emergenza aveva costretto a margine sia sul fronte pastorale che per quanto riguarda tutta una fascia di immigrati e profughi angolani non inclusi nel numero di coloro che hanno ottenuto e mantengono tutt’ora lo statuto di rifugiati.
Contemporaneamente alla presenza nella frontiera si sono sviluppate reti di sostegno alla azione pastorale locale e dei mini progetti di aiuto e promozione per delle situazioni di emarginazione e vulnerabilità, sia nella forma dell’assistenza in casi di urgenza che di microcredito per l’auto sviluppo. Si tratta di adozioni a distanza finalizzati ad assicurare l’alfabetizzazione di donne e bambini, esperienze di sostegno all’autonomia e all’auto sviluppo locale, casi di handicap e soprattutto promozione di solidarietà interna tramite lo sviluppo di microcredito comunitario.
India
In India la comunità delle Suore MSCS è presente nella città di Trivandrum che vive il fenomeno della mobilità umana e che incide fortemente sul tessuto della vita sociale, economica, culturale, religiosa e politica della città. Tale situazione causa una diminuzione dell’afflusso di turisti stranieri e nazionali, un costante esodo di manodopera verso i paesi del Golfo, nonché la migrazione dei pescatori verso altri luoghi del litorale, sia dentro che fuori della regione, l’arrivo di nomadi da altri Stati e la venuta di professionisti e migranti altamente qualificati, contrattati in Europa e in Australia.
La missione in India offre la possibilità di imprimere un dinamismo nuovo all’opera della Congregazione MSCS. L’azione pastorale in favore dei migranti si effettua infatti in un contesto prevalentemente non cristiano, che mette le suore di fronte a molteplici sfide del tutto nuove. In collaborazione con l’Arcivescovo e con l’Associazione dei Servizi Sociali di Trivandrum, le suore scalabriniane sono riuscite a istituire la commissione Arcidiocesana di Pastorale per i Migranti. I primi sforzi delle suore si sono concentrati nell’identificare le diverse categorie di persone in mobilità presenti nell’arcidiocesi e nel definire i tipi di servizio adeguati alle necessità.
Indonesia
A Maumere la presenza delle Suore MSCS è concentrata sulla formazione delle giovani missionarie, sulla promozione vocazionale e sulla missione. Le suore prendono parte attivamente alla vita e alla missione della Chiesa locale, facendo opera pioneristica sull’insegnamento a un gruppo di giovani che mirano a lavorare all’estero. Le suore hanno avviato una mensa per i poveri dedicata ai bambini indigenti della zona.
Filippine
La presenza delle Suore Missionarie Scalabriniane nelle Filippine risale al 1987, anno in cui il paese ha conquistato la democrazia attraverso la pacifica rivoluzione popolare del 1986. Da allora il paese è stato rapidamente segnato da una forte emigrazione, a causa di problemi economici e della politica interna adottata dal nuovo governo. Migliaia di filippini, nella speranza di trovare un lavoro e una vita migliore, sono partiti verso l’estero, causando nel paese di origine altri gravi problemi, quali l’assenza di un genitore o di entrambi durante la crescita dei bambini, lo sfruttamento del lavoro minorile e femminile e la decadenza morale della famiglia e della società.
Attualmente le Filippine sono un serbatoio mondiale di emigranti per cui la missione delle Suore MSCS nelle Filippine richiede molta attenzione alle necessità pastorali delle famiglie essi si dedicano soprattutto all’educazione e all’istruzione dei figli dei lavoratori migranti interni e degli emigrati all’estero, attraverso l’Istituto Scalabrini. Operano pure nell’azione pastorale tra i migranti, in particolare tra i marittimi e tra i rifugiati. Molte sono le attività da loro svolte come animatrici e coordinatrici: formazione umana e cristiana, orientamento spirituale, formazione accademica, approfondimento scolastico e insegnamento della lingua inglese agli stranieri.
Canada
Nella città di Toronto vive il 12% della popolazione canadese, nella quale è compreso 1/4 della popolazione immigrata della nazione. Gli immigrati contribuiscono per una percentuale del 92% alla crescita numerica della popolazione della città. I cittadini di Toronto provengono da 169 paesi e parlano più di cento differenti lingue, delle quali le tre principali lingue straniere sono il cinese, il portoghese e l’italiano.
La diversità religiosa e culturale di Toronto è difficile da gestire. Segnali di questo si trovano in diverse realtà: la Messa è celebrata in 35 lingue, 200 mila musulmani osservano il Ramadam e la metà della popolazione ebraica canadese vive a Toronto. La città ospita una consistente realtà di minoranze etniche.
Le Suore Missionarie Scalabriniane sono in una comunità religiosa a Mississauga, Ontario. L’opera pastorale si attua in varie forme con particolare attenzione ai bisogni sociali e pastorali dei migranti e dei rifugiati. Il servizio delle Suore Scalabriniane si svolge in una realtà locale particolarmente significativa a livello migratorio.
Costa Rica
La Costa Rica è uno dei paesi dell’America Centrale che continua ad essere lo scenario di movimenti migratori costanti e vari da differenti paesi. Questo paese ha un flusso costante di popolazione migrante proveniente dal Nicaragua, dall’Honduras, dal Salvador e Guatemala fuggendo dai gruppi armati e dal crimine organizzato. A partire dal 2017 si è notato l’arrivo di immigrati haitiani provenienti dal Brasile e anche l’arrivo di venezuelani che fuggono dalla situazione socio-economica e politica del loro paese. La Costa Rica riceve anche immigrati dall’Asia, dall’Europa e dall’Africa.
Le Suore MSCS realizzano la missione tra i migranti organizzando servizi di attenzione psico-sociale, accompagnamento perché ottengano i visti o lo status di rifugiato, corsi di professionalizzazione, formazione per preparare leader; organizzano la pastorale per i migranti nella chiesa locale cercando di valorizzare i valori culturali e preservare la fede dei migranti. Tutta l’azione missionaria è svolta in rete con altre istituzioni civili incidendo in politiche pubbliche così da garantire i diritti dei migranti e dei rifugiati.
Honduras
La situazione di povertà e la violenza sono le principali cause dell’emigrazione honduregna, principalmente verso gli Stati Uniti d’America.
La presenza delle Suore Missionarie Scalabriniane in questo paese è dovuto alla necessità di accompagnare le famiglie, i cui parenti sono emigrati per gli Stati Uniti d’America; anche si svolge un servizio di attenzione e assistenza immediata alle migliaia di rimpatriati in situazione di deportazione, che arrivano negli aeroporti.
L’Honduras si trova nella rotta migratoria, come paese di transito di immigrati provenienti dall’America centrale e del sud, che nel percorso soffrono ogni tipo di violazione di diritti.
Messico
Le migrazioni in Messico costituiscono una situazione complessa e rilevante della realtà locale. Il Messico, oltre che terra di movimento dei suoi cittadini, è anche terra di continuo e incessante “pellegrinaggio” per tante persone che da molti paesi dell’America Centrale e anche del Sud tentano di varcare la frontiera verso Nord. Tra queste persone in movimento, una categoria particolare è costituita da quelle che sono rimpatriate a forza. Per loro, spesso gli ultimi della società, senza voce né potere, le Suore Scalabriniane si fanno sorelle, madri, compagne di cammino.
Le Suore Missionarie Scalabriniane in Messico vivono in quattro piccole comunità a Guadalajara, Tijuana, Tonala e Città del Messico. L’opera tra i migranti e rifugiati è varia, si occupano di rispondere ai due più grandi quesiti pastorali che costituiscono la principale sfida che la mobilità umana in Messico pone alla Chiesa e alla società: a Tijuana attraverso il Centro Madre Assunta si dedicano all’accoglienza incondizionata, alla difesa della vita e dei diritti, alla promozione della speranza e spesso anche al soccorso delle necessità immediate dei migranti che sono in cammino.
D’altro lato, sono impegnate nell’animazione e nel coordinamento della Pastorale della Mobilità Umana a livello nazionale, diocesano e locale. A città del Messico esse coordinano la pastorale e anche l’opera della Caritas arcidiocesana per i migranti. Inoltre le Suore si dedicano alla promozione della cura solidale e fraterna verso i migranti, della formazione degli operatori del settore e della sensibilizzazione perché tutta la Chiesa risponda all’appello che le migrazioni rivolgono costantemente ad essa.
Repubblica Dominicana
La Repubblica Dominicana è caratterizzata da una politica migratoria molto restrittiva, esistono la forte xenofobia soprattutto contro gli immigrati haitiani e i casi di apolidia dei figli degli immigrati haitiani, non riconosciuti dallo Stato Dominicano.
La maggior parte degli immigrati haitiani lavorano come tagliatori di canna da zucchero, in condizioni miserabili, sono sfruttati o maltrattati. Inoltre sono rifiutati per il colore della pelle. Attualmente il paese riceve un crescente numero di immigrati venezuelani.
Le Suore MSCS rendono il loro servizio con i tagliatori di canna e accompagnando i casi di apolidia, tentando di far ottenere la nazionalità a queste persone.
Stati Uniti
Gli Stati Uniti sono tuttora uno dei paesi del mondo che più riceve immigrati e rifugiati, anche se la legge diventa sempre più restrittiva, al punto di arrivare anche alla violazione dei diritti umani e a porre in pericolo la vita stessa dei migranti. E’ noto il problema della deportazione dei migranti, soprattutto verso i paesi dell’America Latina.
La presenza delle Suore Missionarie Scalabriniane negli Stati Uniti e precisamente a Chicago, a Melrose Park, Northlake, a Maryland, a New York si caratterizza con una missione nei diversi settori della pastorale: educazione cristiana, catechesi, pastorale della salute, formazione degli operatori, pastorale della mobilità umana, pastorale sociale, parrocchie.
La pastorale per i migranti, in particolare, cambia costantemente perché si trasforma sempre più il volto del fenomeno migratorio stesso e a questi mutamenti la Chiesa e la Congregazione cerca di dare sempre nuove risposte.
Argentina
Tradizionalmente l’Argentina è stato un paese di flussi migratori, i quali continuano ad essere costanti. Oltre alle nazionalità tradizionali, che sono in costante movimento e continua il ricambio di boliviani, paraguani, peruviani e cileni, nelle ultime decadi sta crescendo in modo significativo la presenza africana, dominicana e haitiana e a partire dal 2017, la presenza venezuelana è un flusso intenso e costante data la situazione politica, economica e sociale di quel paese.
Le Suore MSCS che sono in Argentina, cercando di rispondere alle sfide attuale migratorie, essendo una presenza solidale e di speranza nella vita dei migranti attraverso un’azione socio-pastorale, di accoglienza e di accompagnamento nel processo di integrazione nella realtà locale.
Bolivia
La presenza delle Suore MSCS a Santa Cruz de la Sierra è iniziata con il servizio di accoglienza e con l’azione pastorale con famiglie immigrate brasiliane, con giovani universitari e con l’attenzione a migranti interni, quali gli agricoltori provenienti dalle diverse parti della Bolivia.
Attualmente la missione delle Suore MSCS si svolge nell’ampio ambito della pastorale della mobilità umana, insieme alle diverse categorie di migranti provenienti dai diversi paesi dell’America Latina: i rimpatriati, i rifugiati e ultimamente con i venezuelani. Un altro servizio che si rende è l’attenzione ai migranti internazionali malati di cancro provenienti da diverse regioni del paese, che insieme ai familiari che li accompagnano per le cure, sono ospitati presso la casa di accoglienza Cardinal Terrazas.
Brasile
In Brasile da poco è stata approvata la nuova legge di immigrazione (2017) che rappresenta un avanzo rispetto alla legislazione anteriore. Il paese, oltre alla costante emigrazione e all’aumento di brasiliani che ritornano, registra un crescente arrivo di richiedenti asilo (soprattutto siriani e venezuelani) e di migranti oriundi dai paesi asiatici (Bangladesh, Pakistan, Afganistan) e africani (soprattutto Senegal e Gana). Continua in modo rilevante, anche se in minor numero, l’arrivo di haitiani.
La presenza MSCS si manifesta a vari livelli. Nell’ambito ecclesiale, le Suore sono impegnate a livello pastorale nei vari ambiti della mobilità umana, a livello parrocchiale, diocesano e regionale; nell’ambito della promozione umana, sono svolti diversi servizi, progetti di accoglienza e promozione di integrazione degli immigrati; nell’ambito politico, sono realizzate attività in collegamento con entità affini con l’obiettivo di incidere nella formulazione di politiche pubbliche di difesa e promozione dei diritti dei migranti; nell’ambito sociale, in modo generale, sono realizzate azioni di formazione e informazione – soprattutto nelle comunità cristiane, nei collegi, nelle università e in altri spazi pubblici -, volte a combattere la xenofobia e promuovendo la “cultura dell’incontro”.
Colombia
Storicamente la presenza in Colombia è dovuta ai milioni di senza terra che la guerra interna ha prodotto nel paese.
La missione delle Suore Missionarie Scalabriniane è attenzione umanitaria, offrendo strumenti di capacitazione tecnica e accompagnamento psicologico, affinché questa popolazione possa ricominciare la vita in altri posti.
Attualmente il fatto che la Colombia sta ricevendo migliaia di venezuelani in cerca di migliori condizioni di vita, fa sì che l’attenzione sia rivolta anche a questo gruppo di immigrati.
Ecuador
L’Ecuador da alcune decadi è un paese di emigrazione, ma è anche una meta di immigrazione colombiana, a causa del conflitto nel paese confinante.
La presenza delle Suore Missionarie Scalabriniane è necessaria in quanto l’immigrazione colombiana continua ad essere una realtà costante, nonostante gli sforzi per conseguire la pace tra il governo e i diversi gruppi di guerriglieri. La missione delle MSCS é accompagnare i migranti al loro arrivo e aiutarli nel percorso di integrazione.
C’è da dire anche che l’Ecuador, per il fatto che ha una legge sulla mobilità umana abbastanza flessibile, è il secondo paese di transito per molti immigranti che desiderano andare in altri paesi che offrono migliori condizioni di vita. Questi immigrati subiscono violazioni e non rispetto dei loro diritti. Vale la pena ricordare che attualmente sta ricevendo migliaia di venezuelani, a causa della crisi politica che il paese sta vivendo.
Paraguay
Il Paraguay é un paese con una lunga tradizione migratoria. I movimenti di popolazione dentro al territorio e l’emigrazione verso altri paesi si verificano fin dall’epoca coloniale. Dopo la fine della guerra della triplice alleanza, le migrazioni si sono intensificate e continuano ancora oggi a causa delle varie crisi politiche e della situazione economica e sociale, vissuta sia dagli immigrati nei paesi d’origine, sia dai paraguaiani che emigrano in altri paesi o negli spostamenti interni, nel territorio nazionale.
Il dinamismo e l’azione missionaria delle Suore MSCS si concretizza nella presenza in centri di accoglienza, nelle parrocchie e nel settore di pastorale migratoria, nella Conferenza Episcopale, coordinando programmi di attenzione a tutte le persone che, a causa di una mobilità temporanea o stabile, hanno bisogno di accompagnamento umano, pastorale, spirituale e social; l’azione si rivolge a immigrati, emigrati paraguaiani, rimpatriati, migranti interni (soprattutto giovani donne), persone trafficate, turisti, apolidi, rifugiati ed esiliati. Vale la pena mettere in evidenza che nel 2017 è stata creata la Rete di Migranti Protagonisti nel Paraguay, che attuano insieme al settore della pastorale della mobilità umana della Conferenza Episcopale.

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