Le esigenze di assistenza e di ambientamento dei migranti in Brasile erano molte e in certi contesti, anche rischiose per cui, ecco l’azione paterna e urgente del missionario padre Giuseppe Marchetti il quale si è impegnato e ha sacrificato la sua giovane vita aiutando i migranti, soprattutto nelle piantagioni di caffè e, raccogliendo e portando nell’Orfanatrofio – da lui costruito, sulla collina di Ipiranga, a San Paolo – gli orfani abbandonati che trovava. Con la collaborazione di molti, costruì il primo orfanotrofio sulla collina Ipiranga. Ben presto si accorse della mancanza di “cuori materni” che vigilassero sul bene dei piccoli. Tornò in Italia con lo scopo di radunare alcune giovani donne per servire i connazionali in terre straniere. Sapeva che Assunta Caterina, sua sorella, voleva essere tutta di Dio ma scegliendo la vita claustrale, tuttavia osò invitarla e la incoraggiò ad abbracciare la Vita Religiosa missionaria. Così le disse: “Lì a San Paolo sono solo con quasi 200 orfani”, e indicando il dipinto del Sacro Cuore di Gesù disse: “Assunta, guarda il Cuore di Gesù, ascolta i suoi appelli e poi: rispondimi!”

C’era un grande silenzio! Dopo la preghiera e il discernimento, Assunta pronuncia il suo sì missionario a Dio che la interpella attraverso il fratello missionario. Il suo sì è stato definitivo e totale! Assunta aveva allora 24 anni. Il fratello missionario invitò anche sua madre Carolina, che era rimasta vedova, e altre due ragazze sue amiche: Angela Larini e Maria Franceschini, che formarono il primo gruppetto di Suore a servizio degli orfani in Brasile. Padre Giuseppe condusse il gruppetto da lui riunito al vescovo Giovanni Battista Scalabrini che, con zelo apostolico, accolse il gruppo e i voti religiosi che avevano emesso nelle sue mani. Il vescovo fondatore li esortò a vivere nella certezza della fede e, porgendo loro il crocifisso dei missionari, disse: “Ecco il compagno indivisibile nei pellegrinaggi apostolici, conforto, forza e la vostra salvezza”. Era il 25 ottobre 1895. Nacque così un nuovo istituto religioso nella Chiesa.
Il giorno seguente i missionari, benedetti e incoraggiati dal fondatore e accompagnati dal cofondatore, padre Giuseppe Marchetti, sono partiti per il Brasile insieme ai confratelli: “Migranti con migranti”. Durante il lungo viaggio in nave, Assunta e le sue compagne hanno esercitato la loro vocazione missionaria, preparando 83 bambini alla prima Eucaristia e ravvivando la fede e la speranza dei compagni di esodo – come Mosè e Miriam – nell’attraversare l’oceano!

Arrivati a San Paolo come “Serve degli Orfani e Abbandonati all’Estero”, si sono presi cura di centinaia di orfani, soprattutto figli di migranti italiani e figli di ex schiavi che vagavano per le strade di San Paolo. La giovane suora Assunta abituata al servizio, non si è risparmiata per essere una madre amorevole, infermiera e catechista per quei piccoli che la Divina Provvidenza ha portato all’Orfanotrofio Cristoforo Colombo, a Ipiranga, San Paolo, attraverso il fratello missionario, padre Giuseppe Marchetti. Lui, non soddisfatto di un orfanotrofio, iniziò la costruzione di un altro orfanotrofio a Vila Prudente, destinato alle ragazze orfane. Padre Giuseppe nel suo zelo non temeva nulla e prestando servizio tra i contagiati dall’epidemia di tifo, morì a soli 27 anni, il 14 dicembre 1896.
Gradualmente Madre Assunta assunse la direzione del nascente Istituto delle Serve degli Orfani e Abbandonati all’Estero. Ancora oggi non è difficile immaginare le tante difficoltà, le sfide e gli interrogativi sperimentati nei suoi primi anni di duro lavoro missionario in terra straniera e far fronte, senza il fratello padre Giuseppe, al rischio di estinzione della novella Congregazione. Madre Assunta è stata forte e tenace nel preservare il Carisma della Congregazione da indebite ingerenze, e ha vinto, perché aveva la convinzione che: “Dio ci mette alla prova, ma non ci abbandona”. Per questo la consideriamo la “donna forte e santa delle nostre origini”. Una sorta di pietra angolare della Congregazione che oggi è conosciuta come: Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, Scalabriniane.
Lo stile di vita era semplice, devoto e disponibile. La santità che esprimevano nella loro missione attirava molte giovani donne alle quali Dio aveva fatto dono della vocazione religiosa. Così la Congregazione crebbe e si espanse in Brasile e all’estero, esprimendo la carità evangelica tra i migranti, missione propria del carisma scalabriniano.
Madre Assunta Marchetti, migrante fin dall’inizio della sua vita di religiosa consacrata, ha continuato la sua migrazione in Brasile, prestando servizio in diverse città di San Paolo e Rio Grande do Sul.
Nell’amore di Gesù Eucaristia, del Cuore amoroso di Gesù e della Beata Vergine Maria, ha trovato la forza per vivere tutti gli eventi alla luce della fede e così è stato per tutta la sua esistenza umile e amorevole. Esercitò per due periodi la missione-servizio di superiora generale, fu infermiera, amministratrice, madre di piccoli orfanelli, cuoca negli orfanotrofi, nei manicomi e negli ospedali. Una religiosa esemplare, sempre pronta a “tendere le braccia agli infelici e ad aprire le mani ai bisognosi” (cfr Pr 31,20).
Quando lavorava negli ospedali, aveva poco tempo per riposare, poiché i malati la volevano vicino, sia per guarire le loro ferite sia per ascoltare da lei una parola di saggezza. Sapeva prolungare giorno e notte i suoi momenti di preghiera, senza sottrarsi al servizio disinteressato dei bisognosi, che non gli mancava mai. Aveva la convinzione profonda che “Dio ci ama, per questo ci visita con le sue croci”. Attenta a fare la santa volontà di Dio, ha voluto estendere questo ideale a tutta la Congregazione, scrivendo: “Il motto della nostra Congregazione è: fare la volontà di Dio!”
La Beata Assunta Marchetti aveva un carattere forte, ma imparò a controllarsi e a trattare tutti, specialmente i più piccoli, con la tenerezza di una madre. Era moderata nel mangiare, povera nel vestire, cercando sempre di fare il lavoro più duro a beneficio delle sue Consorelle. Ha sperimentato la serenità di chi sa che “le sofferenze del tempo presente sono proporzionate rispetto alla gloria che deve manifestarsi in noi” (Rm 8,18).
Dopo una lunga vita vissuta per Dio e per i fratelli a 76 anni, morì nell’Orfanotrofio Cristoforo Colombo, Vila Prudente, a San Paolo, il 1° luglio 1948. Gli orfani che erano lì esclamarono: “Oggi è morta la carità! Oggi è morta una santa!” Belle verità intuite dai minori che conoscevano bene Madre Assunta.
Dopo un lungo processo in cui sono state riconosciute le sue virtù eroiche e il miracolo di Dio compiuto per sua intercessione, Papa Francesco l’ha dichiarata degna di beatificazione. Per questo motivo, la cerimonia di Beatificazione si è svolta il 25 ottobre 2014, presso la Cattedrale Metropolitana di San Paolo, SP, in Brasile.