“Pur rispettando le opinioni di coloro che possono pensare che la dichiarazione di Abu Dhabi possa scivolare nel sincretismo o nel relativismo, anche in buona fede, credo che la paura sia il nemico numero uno del dialogo interreligioso”. E’ quanto ha detto il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, M.C.C.J, sull’istituzione di un Comitato superiore per raggiungere gli obiettivi contenuti nel documento ‘Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune’. Il documento è stato firmato ad Abu Dhabi da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar. “Come già espresso da vari media mondiali – dice sui media vaticani – la creazione di questo comitato superiore è un atto significativo. Si tratta infatti di promuovere gli ideali contenuti nel documento sulla Fratellanza Umana perché è ‘una dichiarazione di comune impegno a unire l’umanità e lavorare per la pace nel mondo al fine di assicurare che le generazioni future possano vivere in un clima di rispetto reciproco e sana convivenza’. Obbiettivo questo veramente nobile! Sono grato al principe ereditario di Abu Dhabi, sua Altezza Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan che ha operato perché si sviluppino iniziative volte a mettere in pratica gli obiettivi del documento di Abu Dhabi. Come sono anche grato a Papa Francesco e al Grande Imam di Al-Azhar”. Per Guixot “non si tratta di fare un ‘melting pot’ nel quale tutte le religioni sono considerate uguali, ma che tutti i credenti, quanti cercano Dio e tutte le persone di buona volontà prive di una affiliazione religiosa, hanno pari dignità. Dobbiamo quindi impegnarci perché Dio, che ci ha creati, non sia motivo di divisione, bensì di unità. Apriamoci all’avventura di farci compagni di viaggio di ogni essere umano nel nostro cammino verso la Verità. Vivere la propria identità nel ”coraggio dell’alterità” è la soglia che oggi la Chiesa di Papa Francesco ci chiede di attraversare. Il pluralismo, non solo religioso, delle nostre società è una realtà che ci invita a riflettere sulla nostra identità senza la quale non si ha un dialogo interreligioso autentico”.