“Cristo bussa alla nostra porta. E’ un Cristo che si fa migrante con tutti i migranti. Il Pontefice, ancora una volta, usa un’immagine che colpisce per ricordare i sette anni dalla sua visita a Lampedusa, porta del Mediterraneo. Noi abbiamo il dovere morale ed evangelico di non chiudere mai la porta a Cristo, a quel Cristo migrante che viene senza scarpe, dopo maltrattamenti e soffrendo di stenti. E’ quel Cristo sulla croce che vive con noi, tutti i giorni”. A dirlo è Suor Neusa de Fatima Mariano, Superiora Generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane, congregazione che sin dalla sua fondazione si occupa dell’assistenza ai migranti. “Chi pensa che il tortuoso viaggio di un migrante verso l’Europa abbia il sapore di una vacanza da ‘invasore’, sbaglia di grosso – aggiunge – Quello è un calvario fatto di trafficanti di esseri umani, violenze, detenzioni ingiuste, distacchi forzati dalle famiglie, giorni di digiuno. Probabilmente in tanti si stanno abituando a vedere in tv i ‘naufraghi’ che si trovano in isole deserte sperdute ma davanti alle telecamere. Cristo bussa e va accolto, sempre”.