“L’incendio al campo profughi di Moria, a Lesbo, conferma ancora una volta come gli Stati di tutta Europa non possono essere ciechi davanti a una crisi dettata dal voler voltare le spalle a chi chiede aiuto. Non possiamo essere sordi nei riguardi di persone che stanno vivendo ben oltre il limite della sopravvivenza. Quella dei migranti di Moria è una ‘non vita’ perché sono in condizioni inumane, come se fossero detenuti per il reato di speranza”. Lo dice in una nota suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane, congregazione che sin dalla sua fondazione si occupa dell’assistenza ai migranti. “Ci uniamo per l’ennesima volta ai tanti appelli di Papa Francesco per voler trovare una soluzione cristiana, in grado di dare ai tanti profughi, volti di Cristo, la possibilità di vivere davvero in un mondo giusto, equo, che possa permettere loro di sentirsi sicuri”, aggiunge.