Sviluppo sostenibile e politiche dei migranti. Questi due dei temi interconnessi che sono stati all’ordine del giorno di un corso della formazione permanente che le Suore missionarie Scalabriniane hanno svolto a Manaus, in Brasile. Nel cuore della foresta Amazzonica (la città, che conta circa due milioni di abitanti, è proprio nel centro del polmone verde del mondo) le sorelle hanno avuto modo di confrontarsi su alcuni dei temi più caldi ora nell’agenda delle politiche internazionali. Ciò, anche alla luce del sinodo che Papa Francesco ha convocato in ottobre dal titolo “Amazzonia, nuovi cammini per la Chiesa per una ecologia integrale”. L’approccio ha coinvolto aspetti biblici, spirituali, dell’accoglienza e della comunione nella diversità e dell’umanizzazione delle relazioni.
“Manaus è una delle chiavi di interpretazione del mondo di oggi – spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane – E’ un esempio di come l’impatto antropico abbia effetti diretti sulla sostenibilità e di come una città così grande possa incidere anche nelle politiche di integrazione, con migranti interni al Brasile e provenienti dall’estero. Il tema scelto dal Pontefice per il sinodo ha grandi ripercussioni tra chi è migrante e rifugiato ed è per noi nuova motivazione per il concetto della cura della ‘casa comune’. L’appello di Papa Francesco ci esorta ad ‘accettare il mondo come sacramento di comunione, come forma di condivisione con Dio e con il prossimo in una scala globale’ dove tutto è interconnesso. Riflettere sul messaggio di Gesù Cristo e analizzare il messaggio del nostro fondatore, il beato monsignor Giovanni Battista Scalabrini e dei nostri cofondatori, la beata Assunta Marchetti e il venerabile padre Giuseppe Marchetti, permette di individuare le risposte alle moderne esigenze globalizzate. Aprire le porte a Cristo, tendere una mano a chi ha bisogno, affrontare le politiche dei migranti rimboccandosi le mani, mettere al centro il concetto di ‘cura’ (anche nelle politiche ambientali) sono la base”.