Tunisi- “ Al campo migranti di Qasr Bin Gashsir si sta per consumare una carneficina, con cinquecento migranti, bambini, donne e uomini, che ormai da sei giorni sono senza cibo e con scarsissime scorte d’acqua. Oggi pomeriggio le forze di polizia del governo di Tripoli sono arrivate al campo e hanno provato a trasferire i migranti nel campo di Zintan. Quelle donne e quegli uomini si sono rifiutati di salire sui pullman e hanno chiesto di essere immediatamente evacuati dalla Libia. Sul piatto di questa trattativa che l’Europa finge di non conoscere, quelle persone hanno messo le loro vite”: è il racconto di Michelangelo Severgnini, il fondatore della piattaforma Exodus, che ormai da quasi un anno raccoglie in diretta le voci e i volti dei migranti africani diventati schiavi nei lager libici.
Il campo di Qasr Bin Gashsir si trova esattamente sulla linea di fuoco dei combattimenti tra le forze di Tripoli e l’esercito del generale Haftar. “Dopo una lunga trattativa con i poliziotti libici – continua Severgnini, che ha raccolto le testimonianze direttamente dai migranti bloccati a Qasr Bin Gashsir – quelle persone hanno scelto di non salire su quei pullman che avrebbero dovuto attraversare le aree dei combattimenti. Sono donne e uomini allo stremo delle forze, chiedono disperatamente di essere salvati dall’Europa e si oppongono all’ennesimo trasferimento forzato nell’ennesimo campo dove le loro vite sono appese alla volontà dei carcerieri”.