Nel messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il Santo Padre ci ricorda non solo di come anche Gesù visse da sfollato e rifugiato in Egitto insieme ai suoi genitori, ma anche di come in generale i migranti fuggono dal proprio paese per povertà, per paura di persecuzioni, per disperazione e per molti altri motivi. Non sono quindi liberi di restare nella propria terra d’origine, sono costretti ad abbandonarla.
Papa Francesco ci chiede di riconoscere nel migrante e nel rifugiato non solo un fratello o una sorella in difficoltà, ma Cristo stesso che bussa alla nostra porta. Lui ci invita inoltre ad avere massimo rispetto per la vita di ogni migrante perché “ovunque decidiamo di costruire il nostro futuro, l’importante è che ci sia una comunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti.” È fondamentale riconoscere ad ogni migrante e rifugiato “il diritto a non emigrare, cioè la possibilità a vivere in pace e con dignità nella propria terra”.
A queste importanti parole, suor Janete Aparecida Ferreira, consigliera e animatrice dell’apostolato aggiunge che “oggi più che mai, come suore missionarie scalabriniane e laici missionari scalabriniani, siamo chiamati a leggere, interpretare e rispondere a tante delle sfide che accompagnano la globalizzazione e l’accelerazione della mobilità umana, sostenendo – sulle orme del nostro fondatore, San Giovanni Battista Scalabrini – molteplici ambiti di impegno pastorale e di assistenza ai migranti e ai rifugiati e alle loro famiglie.”
Suor Janete ci invita a cogliere la straordinaria attualità del pensiero e opera di Scalabrini sia a livello pastorale che politico, perché “oggi come allora stiamo vivendo un cambiamento epocale che ha impatto sul ruolo della religione nella vita pubblica e nella vita dei migranti.”