Papa Francesco, domenica 14 gennaio alle 10, celebrerà a San Pietro la messa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. A renderlo noto è un avviso dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche pontificie.
La “sollecitudine della Chiesa” per “la triste situazione di tanti migranti e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà” ha spinto papa Francesco a pubblicare il 21 agosto scorso il Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018, che si celebrerà il prossimo 14 gennaio, sul tema “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”.
Qualcuno ha voluto vedere in questo largo anticipo della pubblicazione una “mossa”, un modo per influenzare il mondo politico italiano che si dibatte da mesi sul tema dello jus soli, il diritto alla cittadinanza per i figli dei migranti nati in Italia e per gli adulti che da anni vivono e sono integrati nella nostra società.
In effetti, nel Messaggio il pontefice sottolinea il rifiuto della “apolidia”, e spera che i Paesi di accoglienza producano “una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale” per i minori neonati e per coloro che da tempo vivono nel Paese. Ma ridurre tutto il Messaggio a una “mossa” politica mi sembra molto riduttivo e forse provinciale. Non va dimenticato infatti che la questione dei migranti e delle migrazioni sono un “segno dei tempi”, un elemento che ormai abbraccia tutto il pianeta.
C’è quindi una dimensione mondiale della questione che non va sottovalutata. Il Messaggio non è rivolto solo ai Paesi europei o occidentali, timorosi fra l’accoglienza e il fondamentalismo islamico, ma a tutti i Paesi del mondo.